pratiche coreografiche naturali

Azioni performative per danzatori e suoni naturali dalle prime luci dell’alba al sorgere del sole in forma di passeggiata guidata per un pubblico illuminato e interattivo.

concept e drammaturgia Elena Dragonetti e Piero Leccese

in collaborazione con Daniele Brenca

in network con Erratica ed ExOrto Danza

Le pietre ci parlano, il loro odore ci sovrasta e ci racconta del tempo sedimentato, attraverso l’odore forte dei luoghi antichi. Certo non solo l’odore, ma anche il colore, la matericità, la dimensione armonica dei volumi in pietra. La pietra si confronta con i limiti della materia più che il ferro e il cemento, le proporzioni sono necessariamente misurate, assomigliano di più alla condizione umana dei muscoli, delle ossa, delle articolazioni e dei tendini legati nella proporzione armonica delle parti del corpo e dei suoi limiti strutturali. È per questo che in un centro storico ci sentiamo più accolti, più protetti di un’anonima periferia urbana. È motivo della materia, dei colori, delle proporzioni, degli odori e anche della memoria. Le pietre degli edifici antichi sembrano stare lì ad aspettarci per raccontarci qualcosa, come quei vecchi seduti spesso davanti alle porte di tanti antichi piccoli centri cilentani e che la prima domanda che ti rivolgono rispondendo al tuo saluto è “a chi appartieni?”.
Perché l’appartenenza è il senso di ogni esistenza, perché loro appartengono a quelle pietre, alle tante singole, diverse storie e ad un un’unica Storia che è identità e appartenenza. Loro sono le propaggini mobili in carne ed ossa di quelle pietre, il loro corpo e la loro voce.
Ed è questo che tenteremo di fare con la nostra azione performativa, essere anche noi corpo e voce di quelle pietre.